Leaders

        A differenza di altri Paesi in cui la storia è fatta da uomini importanti e dalle loro azioni, nel caso della Romania il personaggio principale della storia è il popolo rumeno stesso. Tuttavia esistono molti leaders importanti, i quali hanno compiuto realizzazioni importanti, alcune con influenza decisiva sulla storia Europea, come coloro che hanno tenuto lontano l’Islam per secoli, quando i musulmani erano all’apice delle loro conquiste e delle loro atrocità ed erano intenzionati ad una conquista globale, permettendo in questo modo all’Europa occidentale di prosperare. Fino a quando i musulmani hanno oltrepassato completamente l’Europa orientale e hanno minacciato l’Europa occidentale, erano trascorsi quasi 1000 anni dalla nascita dell’Islam. Durante il corso della storia, il territorio della Romania è stato attaccato da tutti coloro che hanno avuto anche un minimo di potere in Europa, iniziando dai macedoni, l’Impero Romano, l’Impero Persiano, le orde migratorie asiatiche e continuando con l’Impero islamico, il mondo Cattolico, l’Impero austriaco, l’Impero russo e finendo con gli coloro che hanno controllato l’Europa occidentale nell’epoca moderna e oggi con l’Unione Europea. Per questo motivo non è mai stata raggiunta un’unione totale dei popoli di lingua rumena.

      Dopo la conquista della Dacia da parte dell’Impero Romano, durante il basso Medioevo il popolo rumeno è stato organizzato in piccoli Stati o non è stato organizzato affatto. Durante l’alto Medioevo appaiono i primi Stati più ampi. Nell’odierna Romania del Sud si trovava uno Stato che era chiamato “Valacchia” dagli stranieri ed era chiamato “Terra rumena” dai rumeni. Questo Stato e la Moldavia orientale sono gli unici Paesi dell’Europa orientale che hanno resistito fino all’epoca moderna, quando sono stati uniti all’altra zona principale dove c’era un popolo di lingua rumena, l’Ardeal.

      Nei Balcani, l’altro popolo di lingua rumena, chiamato “Vlahi aromeni”, ha conservato anch’esso la cultura e l’identità. In effetti, nonostante i caos generale causato dagli imperi che hanno cercato di controllare i Balcani, durante il Medioevo e il Rinascimento i Vlahi balcanici sono stati il popolo dei Balcani più forte. Nel XVIII secolo essi diventarono potenti a tal punto che l’Impero Ottomano li considerava la principale minaccia dei Balcani e il risultato fu un’invasione dei principali centri culturali degli aromeni. La loro capitale era Moscopole ed era la città più grande dei Balcani. Aveva oltre 60.000 abitanti, in un’epoca in cui Atene aveva soltanto 10.000 abitanti, di cui soltanto 3.000 erano greci. Era circondata da altre città di aromeni, che erano anch’esse più grandi di Atene, con più di 10.000 abitanti, come Gramostea, Nicea e Linca. Le uniche città che rivaleggiavano con Moscopole erano quelle dell’Europa occidentale e Costantinopoli in oriente. Essa era il più importante centro culturale dei Balcani, con proprie banche ed università, era l’unica città, a parte Costantinopoli, ad avere una tipografia ed ovviamente era il più importante centro commerciale dell’Europa orientale. Le sue ricchezze e il fatto che era il più importante centro di resistenza Cristiana, con una concentrazione di oltre 70 chiese, scateneranno l’odio dei musulmani che porterà alla sua caduta. Nel 1769 gli ottomani iniziano ad attaccare la città. Gli attacchi hanno continuato per vent’anni, fino al 1788, quando gli albanesi alleati con i musulmani hanno occupato la città e l’hanno distrutta quasi interamente, rubando tutto ciò che si poteva. Gran parte dei sopravvissuti hanno abbandonato la zona occupata dai musulmani albanesi e si sono diffusi nell’Europa orientale, mentre l’élite arumena si è spostata a Vienna e a Budapest, le città più importanti dell’Impero austriaco dell’epoca. Da allora la maggior parte dei Vlahi dei Balcani sono stati assimilati in nazioni come Croazia, Grecia, Serbia, Bulgaria.

      Uno dei leader più importanti della storia Europea è stato Stefano il Grande di Moldavia. Per mezzo secolo, all’apogeo dell’Impero Ottomano, egli è riuscito a fermare da solo al Danubio l’invasione islamica dell’Europa, mentre era attaccato alle spalle degli ungheresi e dai polacchi. Era stato talmente forte, che fino al XX secolo i britannici hanno mantenuto leggende riguardo a lui, trasmesse dagli antenati. Chiamato “atleta di Cristo” da Papa Sisto VI, egli ha trasformato la Moldavia in uno degli Stati europei più potenti dell’epoca, uno Stato che non avrebbe potuto essere sconfitto, sebbene fosse attaccato da tutti i vicini, dal re polacco e dal re ungherese fino all’Impero Ottomano e alle orde tartare. Le fortezze che ha costruito oppure ha consolidato in Moldavia esistono ancora oggi e sono le fortezze di Hotin in Ucraina, di Alba in Ucraina, di Tighina in Moldavia, di Suceava in Romania, di Neamt in Romania. Oggi esistono ancora anche le decine di monasteri che ha costruito e fanno parte nel patrimonio mondiale dell’UNESCO. Stefano il Grande ha condotto 36 guerre durante il suo regno di mezzo secolo. Ne ha perse soltanto due e in breve tempo anche quelle sono state trasformate in vittorie. La Moldavia era uno Stato piccolo in confronto ai vicini, il regno di Polonia, il regno di Ungheria e l’Impero Ottomano. Per questo motivo i rumeni si trovavano in inferiorità numerica assoluta nella maggior parte delle battaglie. Nella battaglia di Baia del 1467 il re rumeno di Ungheria magiarizzato ungherese, Matei Corvin, ha attaccato la Moldavia con un esercito di 40.000 cavalieri, ma è stato sconfitto e quasi ucciso da Stefano il Grande, il quale aveva un esercito quattro volte più piccolo e composto in maggioranza da contadini. Un esercito islamico di 120.000 uomini comandati da Soliman il Magnifico ha tentato di invadere la Moldavia ed è stato fermato da un esercito di 40.000 uomini rumeni e di 5.000 siculi. L’intero esercito dell’Impero ottomano è stato massacrato durante la battaglia di Vaslui del 1475, risultando la più grande vittoria militare che la Cristianità abbia mai avuto nei confronti dell’Islam. Vent’anni anni più tardi, sempre con un esercito di 40.000 contadini rumeni, Stefano il Grande fermerà un esercito di 100.000 polacchi.

      Vlad Tepes era parente di Stefano il Grande di Moldavia e, dopo che è stato liberato dai turchi ed è diventato re della Valacchia, ha dovuto combattere con i musulmani che invadevano l’Europa. La maggior parte dei racconti che gli attribuiscono una cattiva reputazione provengono dai sassoni, i quali occupavano parti della Transilvania e lo descrivevano come un leader crudo che inventava diverse punizioni sadiche. Vlad aveva l’abitudine di attaccare spesso i sassoni. Si sa sicuramente che egli impalava i criminali del Paese e i musulmani che attaccavano il territorio rumeno. Da ciò deriva il nome “Vlad Tepes”, “Vlad l’impalatore”. Era conosciuto per essere molto rigoroso con chi violava le leggi e con gli ingiusti. Le leggende dicono che il Paese era talmente sicuro che aveva messo una tazza d’oro ad una fontana per essere usata dalle persone per bere e durante il suo regno quella tazza non è mai stata rubata. Egli ha rafforzato economicamente e militarmente la Valacchia fino a quando l’ha resa pronta per ribellarsi contro l’Impero Ottomano, che chiedeva tributo ai rumeni e a quell’epoca era all’apogeo del proprio potere, e conquistare Costantinopoli. Egli ha fatto tutto ciò in un modo originale. Dato che i musulmani orgogliosi mandati a chiedere la sottomissione di Vlad non volevano togliersi il cappello di fronte al re rumeno, egli li ha picchiati sui turbanti e gli Ottomani hanno mandato un esercito enorme per punirlo. Laonikos Chalkokondyles scriveva che l’esercito musulmano aveva 250.000 uomini, mentre il cronista turco Tursun diceva che aveva 300.000 uomini. Dopo che è stato abbandonato dagli “alleati ungheresi”, Vlad ha infastidito l’esercito musulmano con il suo piccolo esercito di 30.000 uomini fino alla notte del 16 Giugno 1462, quando ha attaccato l’accampamento musulmano e Mohamed il Conquistatore era il bersaglio. Vlad e i suoi soldati più valorosi hanno finto di essere Ottomani e sono entrati nell’accampamento, massacrando l’élite dell’esercito musulmano. L’attacco è stato un successo e il sultano più grande che i musulmani abbiamo mai avuto era dovuto scappare per salvarsi la vita. Mentre fuggivano dai rumeni, i musulmani sono arrivati a Targoviste, dove li attendeva il famoso bosco di musulmani impalati, che ha convinto il sultano ad abbandonare la Valacchia e ad andare a Costantinopoli. Vlad è stato tradito da suo fratello, il quale voleva sottomettersi agli Ottomani, ed è stato costretto ad andare in Transilvania, dove credeva che gli ungheresi gli fossero amici, ma anch’essi l’hanno tradito e l’hanno arrestato. Gli ungheresi l’hanno liberato soltanto su richiesta di Stefano il Grande, il quale, dopo l’arresto di Vlad Tepes, è rimasto da solo a proteggere l’Europa dall’Islam. Successivamente, Vlad è tornato sul trono, ma è stato tradito nuovamente dagli ungheresi ed è stato arrestato. Quando aveva raggiunto il trono per la terza volta, è stato assassinato dai ricchi proprietari terrieri, i quali si erano alleati con l’Impero Ottomano, perchè Vlad era conosciuto come un nemico dei ricchi proprietari terrieri e un sostenitore degli uomini comuni e dell’uguaglianza di sangue.

      Vlad Tepes era il nipote di Marcello il Vecchio, uno dei più grandi leader rumeni del Medioevo e tra i primi che hanno avuto a che fare con l’invasione islamica. La storia l’ha ricordato come un leader che ha sviluppato la Valacchia, l’economia e il suo esercito, ha riformato il Paese e ha esteso i confini per includere territori vicini che erano abitati da rumeni e ha trasformato la Valacchia in una roccia di fronte alle orde di musulmani. Nel 1389 il re serbo Lazar ha chiamato l’intera Cristianità a difendere l’Europa dall’Islam, ma tranne il re rumeno, quasi nessuno ha provveduto. Alla fine nella battaglia di Kosovo gli Europei sono stati sconfitti, sebbene fossero riusciti ad uccidere il sultano turco stesso. Suo figlio Baizard è salito sul trono ed ha cercato di invadere la Valacchia per punire Marcello il Vecchio per l’aiuto concesso ai serbi. I rumeni hanno sconfitto l’avanguardia dei turchi, ma sono stati sopraffatti nella seconda battaglia, la battaglia di Rovine del 1395, e Marcello ha dovuto abbandonare il trono. Chiamato “il più coraggioso e il più saggio dei principi Cristiani” dallo storico Johannes Leunclavius nel XVI secolo, in poco tempo Marcello è tornato sul trono e il suo regno sarebbe stato segnato da una serie di campagne a Sud del Danubio contro gli Ottomani, i quali a quell’epoca erano attaccati dai mongoli di Timurlenk.

      Michele il Coraggioso ha avuto una carriera militare spettacolare. Attraverso una serie di trattati di pace e grandi vittorie militari, è riuscito a sconfiggere tutti coloro che avevano interessi nei territori dell’attuale Romania. Ha lottato contro l’Impero Ottomano, il regno di Polonia e gli ungheresi, che cercavano di controllare la Transilvania, e li ha sconfitti uno ad uno. Nella rivolta anti-ottomana iniziale si sono uniti a lui i serbi e i bosniaci Cristiani e più tardi, quando ha attaccato gli ungheresi, si sono ribellati anche i contadini rumeni dell’Ardeal. All’apogeo della sua breve carriera, egli è riuscito ad unire la maggior parte dell’antico territorio del regno della Dacia in un solo Stato e ciò è accaduto per la prima volta dalla conquista della Dacia da parte dei Romani. Egli è stato ingannato dall’Imperatore tedesco Rudolf II, il quale inizialmente gli aveva promesso aiuto contro gli ungheresi che volevano prendere la Transilvania, ma poi l’ha tradito ed ha ordinato ad un mercenario di ucciderlo quando meno se lo fosse aspettato. Michele il Coraggioso è diventato famoso nell’Europa di quell’epoca. Alcuni stranieri ammiravano le sue qualità di leader, mentre altri lo invidiavano e cercavano costantemente di attaccarlo alle spalle. L’Ambasciatore inglese a Costantinopoli, Edward Barton, scriveva riguardo alla vittoria del 1595 di Michele il Coraggioso contro l’Impero Ottomano: “Là dove tanti imperatori, re e principi hanno mancato, è riuscito Michele, il più piccolo e il più povero dei re, il quale ha sconfitto gli eserciti del grande sultano”. Il cronista Ottomano Tahiri Ali Osman scrivendo riguardo alla stessa battaglia, la descriveva come “il giudizio finale” per l’esercito ottomano. Nel 1597 l’ufficiale imperiale Erich Lassota scriveva all’Imperatore Rudolf II, descrivendo la determinazione di Michele il Coraggioso di attraversare il Danubio e di liberare la Bulgaria, da dove i Cristiani gli chiedevano aiuto e che a quell’epoca aveva ancora una grande comunità di rumeni. Forse la sua più grande realizzazione è stata quella di unire gli uomini semplici di tutte le nazioni dell’Europa orientale sotto un unico scopo: l’espulsione dell’Islam dall’Europa. Le fonti dell’epoca dicono che non soltanto i bulgari, i serbi, i bosniaci e altri popoli balcanici soggiogati si sono uniti a lui, ma anche i sassoni e i siculi della Transilvania e i rumeni di ogni luogo. Nelle sue lettere egli ha ammesso che il motivo per il quale ha iniziato la lotta è stata la difesa del Cristianesimo.

      La storia della Romania è piena di contadini anonimi che si sono ribellati e hanno guidato rivoluzioni. Essendo occupata da molte potenze straniere per così molto tempo, esistono pochi Paesi al mondo, che abbiano avuto così molte rivolte e rivoluzioni, iniziando dalle rivolte dei Daci contro gli occupanti Romani e finendo con le rivolte anti-comuniste recenti.
Una rivolta simile è la ribellione transilvana dei contadini rumeni contro l’Impero austriaco, che a quell’epoca cercava di convertire i rumeni in Cattolici ungheresi e trattava i contadini rumeni come schiavi, mentre distruggeva le chiese Ortodosse. Si era sviluppata in un’epoca in cui le rivoluzioni massoniche avevano luogo ovunque nel mondo ed era cominciata inizialmente come una rivolta contro i nobili ungheresi, i quali li opprimevano da secoli.
Nel momento in cui l’Impero austriaco ha cercato di fermare la rivolta, essa è diventata velocemente una guerra contro l’Impero, sfociando in una guerra per la liberazione nazionale dell’Ardeal, con il suo leader chiamato “Rex Daciae” oppure “il re della Dacia” nella cronaca dipinta di Vienna. Egli, un semplice contadino, è stato ricevuto molte volte dall’Imperatore austriaco, qualcosa che poche persone dell’epoca riuscivano a fare. La sua rivoluzione è arrivata in prima pagina nei quotidiani europei per diversi anni. Quest’uomo si chiamava “Horea”. Il suo esercito di contadini ha liberato le montagne dell’Ardeal dagli asburgici e dagli ungheresi ed è avanzato verso la pianura per liberare anche gli altri rumeni. I rumeni di tutte le classi sociali si sono uniti a lui, dagli schiavi ai funzionari pubblici, ai soldati dell’esercito imperiale. Dopo una serie di vittorie clamorose dell’esercito contadino, i leaders della rivoluzione sono stati traditi dai compagni, i quali furono catturati e minacciati con torture e persecuzioni delle famiglie. A loro volta, i traditori sono stati influenzati dai sacerdoti Ortodossi, i quali erano perseguitati a quell’epoca e avevano paura delle rappresaglie che sarebbero seguite se la rivoluzione fosse stata sconfitta dagli austriaci.


Fonte: Thraxus Ares.

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