Prima Guerra Mondiale

      La distruzione pianificata degli Imperi e l’implementazione della “democrazia”, iniziate nel XVIII e XIX secolo, sono continuate nel XX secolo a partire dalla Iª Guerra Mondiale che è cominciata nel 1914. Il re della Romania ha rifiutato di entrare in guerra.
Egli è morto poco dopo l’inizio della guerra e nel 1916 la Romania è entrata in guerra, sebbene l’esercito rumeno fosse male attrezzato. I politici rumeni si sono basati sulle promesse dei francesi e degli inglesi, che non sono state mantenute, e l’esercito rumeno si è ritrovato isolato contro il più potente esercito del mondo di quell’epoca.
Dopo che i rumeni hanno aiutato i bulgari a creare uno Stato, e nella guerra del 1877 hanno conquistato l’indipendenza della Bulgaria, essi hanno tradito la Romania e sono entrati in guerra sperando di mettere mano sulla Dobrugia e in questo modo di avere il controllo della foce del Danubio, il fiume che era la più importante rotta commerciale dell’Europa.

      Per il fatto che l’esercito rumeno fosse riuscito a sconfiggere l’esercito austro-ungarico e ad entrare nell’Ardeal, l’esercito tedesco è venuto in aiuto degli austriaci e in poco tempo al fronte occidentale la guerra era come se fosse stata vinta e l’esercito rumeno è stato fatto indietreggiare sulle montagne. Composto in maggioranza da contadini e lottando con armi obsolete, i generali rumeni si sono riturati in Moldavia, dove ha avuto luogo un’ultima resistenza eroica contro l’esercito tedesco guidato dall’eroe tedesco di guerra August von Mackensen. Questi avvenimenti entreranno nella storia della Romania come un ulteriore esempio nel quale l’impossibile è stato realizzato da semplici contadini, costringendo il maresciallo Paul von Hinderburg a dichiarare: “I rumeni hanno lottato come leoni”.

      Nonostante questa vittoria clamorosa, la Romania è stata costretta a firmare un trattato di pace disastroso con i tedeschi, perché la rivoluzione bolscevica aveva tolto la Russia dalla guerra e aveva lasciato i soldati russi a tradire nuovamente i rumeni. Durante la guerra l’intero tesoro della Romania e le ricchezze di molti magnati privati sono stati nascosti in Russia dai tedeschi. I bolscevichi che dopo sono venuti al potere hanno confiscato grandi quantità d’oro, opere d’arte e manufatti storici e si sono rifiutati di restituirli. Ancora oggi la Russia rifiuta di fornire dettagli riguardo a cosa fosse accaduto all’oro rumeno nel 1919. Le perdite grandi inaspettate, che i rumeni hanno provocato all’esercito tedesco, hanno fatto in modo che i rumeni avessero il trattamento più brutale tra tutti i prigionieri di guerra. Avendo come esempio i lager britannici durante la “guerra dei boeri”, i tedeschi hanno costruito in Europa dei lager simili.
Gli ultimi rumeni reduci dalla guerra sono stati un’unità di 5.000 volontari dell’Ardeal e della Bucovina. Invece di tornare a casa, essi avevano scelto di andare in Russia e di combattere a fianco dei russi contro la rivoluzione bolscevica e sarebbero giunti dall’altra parte del continente, sull’Oceano Pacifico. Hanno fatto ritorno a casa soltanto nel 1920.

      Nel Gennaio 1928, dopo che l’esercito russo si è disintegrato a causa della rivoluzione bolscevica, le potenze centrali danno alla Romania un ultimatum di quattro giorni per cessare la lotta e firmare un trattato di pace. Questa cosa era esplicitamente vietata nel trattato firmato con l’Intesa nel 1916, così tre giorni più tardi il governo rumeno si dimette per non violare l’alleanza di guerra. Il nuovo governo rallenta i negoziati il più possibile, ma, lasciata da sola contro le più potenti forze del mondo, la Romania è stata costretta a firmare un trattato di pace disastroso nel Maggio 1918 che la obbligava a cedere dei territori e a pagare somme ingenti.
Per questo motivo nel Novembre 1918 la Romania ha rotto questo trattato ed è entrata di nuovo in guerra.

      Anche dopo la cessazione della guerra la Romania ha continuato a combattere, prima nell’Est dove i bolscevichi cercavano di diffondere la loro rivoluzione in Europa attraverso la Romania e poi nell’Ovest dove l’Ungheria era accaparrata dai bolscevichi e attaccava la Romania occidentale, nella speranza che si fosse unita con le forze bolsceviche orientali ed insieme avrebbero occupato e reso bolscevica la Romania. L’esercito rumeno ha sconfitto sia i bolscevichi orientali e sia quelli occidentali, nel 1919 ha occupato Budapest e ha allontanato i bolscevichi dall’Ungheria.
Durante questo periodo, erano stati firmati una serie di trattati di pace, ma lo spirito rumeno si stava risvegliando e un po’ ovunque nel territorio venivano chieste l’unione con la Romania, la fine dell’oppressione e dell’assimilazione alla quale erano sottoposti dagli ucraini, dai russi, dai bulgari, dai serbi e dagli ungheresi.

      La Bessarabia, oggi lo Stato della Moldavia, è stata la prima a riunificarsi con la Romania nel Marzo 1918, quando il Parlamento locale ha votato l’unificazione, dopo oltre 100 anni da quando era stata occupata dalla Russia ed era iniziato il processo di russificazione. Nel Novembre 1918 la Bucovina, di cui oggi la maggior parte si trova in Ucraina, ha votato anch’essa la riunificazione con la Romania. In entrambe queste province i rumeni erano la maggioranza, fin dall’antichità, e l’unificazione del 1918 avrebbe salvato le popolazioni dall’assimilazione che avrebbe avuto luogo nell’URSS fino alla IIª Guerra Mondiale.

      Ciò si può constatare se si confronta la sorte di queste due province con l’altra parte della Moldavia storica, quella compresa tra i fiumi Nistro e Dnepr, chiamata “Transnistria”. Essa non deve essere confusa con la piccola repubblica separatista moderna della “Transnistria”. Sebbene i rumeni della Transnistria abbiano fatto sentire anch’essi la loro voce e abbiano chiesto l’unificazione con la patria, le potenze occidentali e i bolscevichi non sono stati d’accordo e i rumeni della Transnistria avrebbero avuto la stessa sorte che hanno avuto tutte le nazioni piccole catturate nella Russia.
Nel 1924 quando Grigore Kotovski era stato incaricato di analizzare l’opportunità di creare una regione autonoma in Transnistria, chiamata “Repubblica della Moldavia”, egli diceva che in quella zona vivevano ancora quasi due milioni di rumeni. Oggi vivono soltanto 100.000 rumeni nell’Ucraina Sud-orientale e, a causa dell’assimilazione che ha luogo in Ucraina, probabilmente nel XXI secolo essi spariranno. La maggior parte della popolazione odierna dei rumeni della Transnistria si trae da popolazioni simili.

      Nell’Ottobre 1918 la Transilvania dichiara la sua indipendenza e la proclamazione viene letta dai leaders rumeni nel Parlamento di Budapest. Il primo passo è stata la creazione di guardie nazionali che proteggessero i rumeni dall’esercito ungherese. Nel Dicembre 1918 la Transilvania, il Banato, la Crisana e il Maramures, province che oggi sono divise con la Serbia, l’Ungheria e l’Ucraina, hanno mandato dei rappresentanti ad Alba Iulia, dove è stata votata l’unificazione con la Romania. Dopo alcuni giorni a Medias, i sassoni della Transilvania hanno votato anch’essi per l’unificazione con la Romania.
La gran parte dell’antico regno della Dacia del Nord era unito in un unico Paese. I rumeni sono stati l’unico popolo dell’Europa orientale che, a differenza delle altre nazioni europee che si sono formate nel corso di secoli da molte nazioni differenti unite soltanto da una storia comune, è stato sempre unito dalla sua lingua antica e dalla discendenza comune.

      Nel periodo tra le due guerre mondiali per la prima volta da 2000 anni i rumeni erano relativamente liberi dall’oppressione e dalle interferenze degli Imperi del mondo. Eccetto una breve crisi causata dalla grande depressione che ha riguardato l’America e l’Europa, l’economia ha conosciuto un’esplosione che ha permesso alla Romania di compiere la transizione da un’economia quasi medioevale ad uno Stato moderno. La scienza e la cultura sono fiorite anch’esse libere, rendendo questo periodo breve un’epoca d’oro della Romania. Gli abitanti dell’Ardeal e della Moldavia sono stati anch’essi liberi di affermare la loro identità nazionale e di godere dell’educazione di Stato in lingua rumena e altri benefici.

      Durante la Iª Guerra Mondiale si era scatenato il bolscevismo o marxismo/comunismo. Alcune persone dicono che l’ispirazione del comunismo deriva dal Talmud, sul quale è basata anche la società Kibbutz dell’Israele. Il Talmud, la legge contro la quale Cristo ha parlato nel Nuovo Testamento, predica l’odio verso i non-ebrei e dice agli ebrei che essi sono superiori rispetto a tutte le altre nazioni e che detengono la Terra e tutti gli altri sono uomini inferiori e dovrebbero sottomettersi ad essi.

      Come anche in Germania e in altri Paesi europei, gli ebrei della Romania cercavano di diffondere il bolscevismo. Nel 1919 gli ebrei dell’Ungheria sono riusciti a trasformare l’Ungheria in una repubblica bolscevica e terrorizzavano la popolazione dell’Ardeal, dove le potenze occidentali ancora non lasciavano entrare l’esercito rumeno e facevano propaganda per la bolscevizzazione della Romania, fino quando l’esercito rumeno è avanzato verso Budapest ed ha allontanato dal potere gli ebrei bolscevichi. Allo stesso tempo, l’esercito bolscevico dell’URSS stava attaccando i rumeni della Moldavia costringendo l’esercito rumeno ad intervenire e ad allontanare i bolscevichi verso l’URSS.

      Dopo la Iª Guerra Mondiale era nato il movimento “Guardia di Ferro” oppure “Legione dell’Arcangelo Michele”. Gli ebrei che hanno accaparrato la Romania dopo la IIª Guerra Mondiale e nuovamente nel 1990 lo descrivono come un movimento antisemita, simile all’immagine che ha dipinto il partito nazista della Germania. La realtà è che questo movimento era prima di tutto Cristiano, e poi rumeno, nato dalla sofferenza e dalla distruzione del popolo rumeno e animato dai più nobili sentimenti di patriottismo, amore verso il prossimo, pena e sacrificio personali. Il fondatore del movimento è stato Corneliu Zelea Codreanu, un patriota rumeno ed un Cristiano devoto. Con il suo esempio e la forte volontà ha raccolto velocemente tutti i patrioti Cristiani della Romania attorno a sè in un movimento che è diventato talmente forte che minacciava tutti coloro che avevano interessi in Romania, dai politici corrotti fino ai bolscevichi. Dopo la morte di Corneliu Zelea Codreanu, il movimento è stato accaparrato da nazionalisti che avrebbero abbandonato i principi Cristiani e ne avrebbero macchiato l’immagine attraverso tentativi di vendicarsi per gli anni di persecuzioni ai quali sono stati sottoposti. Insieme alle critiche nei confronti degli ebrei bolscevichi, questo ultimo periodo del movimento della Guardia di Ferro sarebbe stato usato più tardi per presentarlo come un movimento ultra-nazionalista, antisemita, nazista.


Fonte: Thraxus Ares.

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