Ungheria e Romania

      Queste sono alcune delle persone più importanti della storia dell’Ungheria: Matei Corvin, il più grande eroe della storia dell’Ungheria, di nazionalità rumena; Sandor Petofi, il poeta nazionale dell’Ungheria, di nazionalità serba e slovacca; Lajos Kossuth, il leader della più grande rivoluzione ungherese, di nazionalità slovacca; Janos Szapolyai, re dell’Ungheria, di nazionalità croata; Stephen Bathory, principe di Transilvania, di nazionalità svedese e polacca; Francis Racozki II, famoso rivoluzionario, di nazionalità slovacca; Gabriel Bethlen, principe di Transilvania, di nazionalità francese; Iancu de Hunedoara, re dell’Ungheria, di nazionalità rumena; Charles Robert I Anjou, re dell’Ungheria, di nazionalità francese.
Il DNA asiatico è quasi inesistente in Ungheria e quel poco che esiste proviene principalmente dai Cumani, i quali nel XIII secolo si sono stabiliti nella zona di Budapest a causa della grande invasione mongola. L’ungherese è solo una lingua, come lo spagnolo è solo una lingua nel Sud America. Ufficialmente, si dice che le lingue più vicine all’ungherese sono il finlandese e l’estone. Ma un ungherese non capisce l’estone e un finlandese non capisce l’ungherese. L’ungherese appartiene al gruppo delle lingue ugriche, insieme alle lingue Khanty e Mansi. Anche se si è sviluppato separatamente per 1000 anni, oggi l’ungherese è sorprendentemente simile alle lingue Khanty e Mansi. Oggi i popoli Khanty e Mansi vivono in Russia dove si trova il loro vecchio territorio chiamato Yugra. Da qui deriva il nome “Ungheria” e da qui le tribù ugriche sono partite verso l’Europa. Come si può osservare, gli odierni ungheresi non sono imparentati con questi popoli.
Quando queste tribù sono arrivate in Europa, i luoghi in cui si sono stabiliti, la Pannonia e più tardi la Transilvania, erano abitati da slavi e da rumeni.
Il primo Stato ungherese è stato stabilito intorno al 1000 sotto la tutela del Vaticano, quando un uomo chiamato Vajk (nome slavo) è stato battezzato Cristiano ed ha ricevuto il nome “Stefano”.

        Per il fatto che da sempre è stata maggiormente rumena, la Transilvania è stata sempre un’entità distinta, rispetto allo Stato medioevale di coloro che parlavano la lingua ungherese, e con i suoi principi e la propria corte regale. Infatti l’unica volta nella storia in cui la Transilvania è stata parte integrante di uno Stato indipendente chiamato “Ungheria” è stata nella IIª Guerra Mondiale quando Hitler ha occupato la Romania e ha ceduto metà della Transilvania agli ungheresi.

        La diffusione dell’ungherese è stata iniziata nel 1308 da Carol Robert de Anjou, a quell’epoca principe di Transilvania. Fino a quell’epoca la lingua ungherese era parlata soltanto da alcuni nobili e dai re. Carol Robert de Anjou era supportato dal Vaticano, che è sempre stato la forza principale dell’Ungheria medioevale, e la sua missione era di diffondere il Cattolicesimo in Romania. Egli ha cercato di invadere i rumeni dall’esterno della Transilvania, ma il suo esercito è stato attaccato e sconfitto da un piccolo esercito di contadini nella battaglia di Posada. Poi il Vaticano si è messo contro i nobili rumeni che guidavano la Universitas Valachorum. Nel 1366 il suo successore, Louis I de Anjou, ha emanato una legge contro i nobili rumeni. Questa legge chiedeva ai nobili di convertirsi al Cattolicesimo. Di conseguenza molti nobili rumeni si sono convertiti al Cattolicesimo e hanno adottato la lingua ungherese. Il nome del nobile rumeno “Candea” è stato cambiato in “Kendeny”, “Iancu dei Hunedoara” è stato cambiato in “Hunyadi”.
Cento anni più tardi, quando non esistevano più nobili rumeni, dopo che tutti divennero ungheresi Cattolici o, nel caso in cui avessero rifiutato, semplici contadini, tutto il potere militare si trovava nelle mani dei nobili sassoni, ungheresi e siculi, i quali si sono uniti contro la maggioranza rumena, che a quel tempo era composta esclusivamente da contadini. Nel 1438 questi tre popoli hanno formato la “Unio Trium Nationum”, che ha trasformato il rumeno in schiavo e straniero nella propria terra. Chiunque poteva occupare la terra del contadino rumeno. Il contadino rumeno era diventato proprietà del nobile ungherese e non aveva il permesso lasciare la sua tenuta. Questi contadini poveri erano oppressi e dovevano anche sostenere l’intero regno, perchè i nobili non pagavano nessuna tassa. Fino al 1730 i funzionari delle tasse ungheresi non avevano uno stipendio e vivevano esclusivamente con le tasse raccolte dai contadini. Le chiese rumene erano devastate o trasformate in chiese Cattoliche e i preti erano diventati schiavi. Parlando del regno di Louis I de Anjou, Antonio Bonfini scrive nel suo lavoro “Rereum Hungaricorum che “a causa di quelle pratiche i rumeni e gli slavi abbandonavano la propria fede ortodossa e diventavano Cattolici ungheresi e a quell’epoca un terzo del regno divenne Cattolico. Nel 1568 è stato firmato l’Editto di Turda, che riconosceva eresie come l’unitarianismo, ma non riconosceva la fede maggioritaria della Transilvania, la fede Ortodossa. Questo comportamento contrasta con quello degli slavi venuti in Romania precedentemente, i quali ricompensarono l’ospitalità rumena adottando la lingua rumena e integrandosi con il popolo rumeno.

       Dopo la grande invasione dei mongoli, quando i Cumani hanno lasciato la Romania e si sono stanziati in Ungheria, il regno ungherese ha iniziato la colonizzazione di sassoni in Transilvania, per potere controllare meglio la zona, perché i rumeni erano visti come una minaccia. I sassoni si sarebbero comportati con i rumeni allo stesso modo degli ungheresi. Il villaggio “Carta” è menzionato per la prima volta quando il re ungherese Andrei II ruba della terra ai rumeni e la dà ai sassoni. Nelle vicinanze, a Sibiu, come anche in altri luoghi della Transilvania, i rumeni non avevano il permesso di costruire case in pietra. A quell’epoca la Transilvania era parzialmente coperta da boschi e quando i rumeni deforestavano una zona per costruire un villaggio, i sassoni li allontanavano verso le montagne. Alcuni di questi villaggi costruiti nei boschi, lontano dai sassoni, come è un villaggio senza nome del bosco vicino alla località sassone “Singatin” vicino a Sibiu, sarebbero stati abbandonati soltanto dopo il 1918, quando i rumeni della Transilvania avrebbero acquistato la libertà. Anche nel XX secolo, in luoghi come “Cristian” nella provincia di Sibiu, i sassoni non permettevano ai rumeni di entrare nelle loro località. Il razzismo dei sassoni sarebbe scomparso soltanto dopo che la Transilvania sarebbe diventata libera e invece i rumeni tratteranno i sassoni con rispetto e senza vendetta.

       Dopo la morte di Marcello il Vecchio il regno degli ungheresi ha iniziato ad essere minacciato dai musulmani. Nel 1526 l’Ungheria è stata occupata dagli Ottomani e scompare dalla storia come Stato indipendente fino al 1920. La Transilvania è rimasta separata dall’Ungheria ed è restata uno Stato indipendente, ma vassallo degli Ottomani fino al 1600, quando il re rumeno Michele il Coraggioso libera la Transilvania per un breve periodo e, per la prima volta dalla conquista della Dacia da parte dei Romani, unisce gran parte dell’antica Dacia in un solo regno. Il conte transilvano Bethlen scrive che, quando Michele il Coraggioso ha sconfitto il principe della Transilvania, l’intera popolazione contadina della Transilvania si è ribellata e ha attaccato gli oppressori ungheresi.
Anche in Pannonia si trovava una forte comunità rumena, che nel 1631 scrive all’Imperatore tedesco Ferdinando II per chiedere che fosse inviato un Vescovo rumeno dall’oriente. In breve tempo, nel 1699 la Transilvania perde l’indipendenza e diventa parte dell’Impero Asburgico insieme all’Ungheria.

        Gli austriaci hanno continuato il tentativo di trasformare la Transilvania in un territorio Cattolico. In alcune zone i rumeni non avevano il permesso di costruire chiese di pietra. Ma, invece di passare al Cattolicesimo, i rumeni hanno iniziato a costruire le famose chiese di legno che esistono ancora oggi. Nel 1774, durante il regno di Maria Teresa, è stato inventato un nuovo culto chiamato “greco Cattolicesimo” e alcuni rumeni sono stati costretti a convertirsi e le chiese ortodosse sono state confiscate. Ciò era identico all’operazione “Ujmagyars” del 1754, quando molti zingari dell’Ungheria e della Romania sono stati costretti a diventare Cattolici e gli sono stati dati nomi ungheresi. Fino al 1918, quando la Transilvania è diventata libera, non esisterà nessun monastero Ortodosso in Transilvania. Durante tutta l’occupazione, gli austriaci hanno rubato molte manifatture daciche e molti ori, che oggi si trovano nei musei viennesi.
Dopo secoli di tentativi di diffondere la lingua ungherese, non soltanto gli ungheresi erano ancora una piccola minoranza in Transilvania, ma anche in Ungheria, dove nel 1787 gli ungheresi formavano il 19% della popolazione di Buda, chiamata “Ofen” dai tedeschi, che era l’antica capitale del regno ungherese. Nel 1715 le statistiche mostrano che a Taban, un quartiere del centro di Budapest, esistevano 1538 famiglie, di cui 769 erano slave, in maggioranza serbe, 701 erano tedesche e solo 68 erano ungheresi. Per questo motivo Maria Teresa chiama la Transilvania “terra nostra valahica” e nel 1846 Stefan Ludwig Roth dice che in Transilvania il rumeno dovrebbe essere la lingua ufficiale.
Il geologo tedesco Belsazar Hacquet, il quale nel 1763 e 1764 ha effettuato ricerche in Transilvania, scrive riguardo alla sofferenza dei rumeni durante il periodo dell’occupazione austriaca: “Questo popolo trascurato e oppresso ha solo le terre più cattive, più deserte e più infruttuose di tutto il territorio. Ma anche queste gli vengono rubate per farle diventare delle colture di mais. Ogni sassone e ogni ungherese può impadronirsi di queste terre, anche se i rumeni le hanno dominate per centinaia di anni, allontanandoli nelle montagne, dove non si trovava niente oltre alle rocce, e anche forzandoli ad andare via dal territorio. Se un villaggio di rumeni si trova vicino ad un villaggio di sassoni o ungheresi, i rumeni non hanno il permesso di avvicinarsi ai villaggi di questi popoli privilegiati esattamente come anche gli zingari. Nessuno rivolge a loro una buona parola ed essi non possono festeggiare”. Queste sono le ultime parole dette da un anziano di Sinca Vechie nel suo letto di morte, diceva che “è felice di morire da solo, perché non lascia una moglie e dei figli in schiavitù”.
In seguito i contadini della Transilvania hanno attuato delle rivolte. La più grande di queste ha avuto luogo nel 1784, quando hanno sconfitto l’esercito dell’Impero austriaco, scioccando l’intera Europa. L’Impero austriaco è stato colpito talmente forte da questa rivolta contadina, che il contadino che ha guidato la rivolta, chiamato il “re dei Daci” dalle cronache austriache, è stato ricevuto per tre volte dall’Imperatore austriaco, cosa che a quell’epoca poche persone al mondo potevano ottenere.

         Nel 1867, indebolito dalle guerre e dalle rivoluzioni, l’Impero austriaco è stato costretto a cedere ai ricatti degli ungheresi e ha creato all’interno dell’Impero la regione autonoma chiamata “Ungheria”, che comprendeva anche la Transilvania e altri territori rumeni. I libri scolastici ungheresi dicono che questa era la leggendaria “Ungheria grande” e questi sono i territori che un giorno i nazionalisti ungheresi sperano di riconquistare, anche se all’interno di queste regioni gli ungheresi erano soltanto una piccola minoranza. Anche se i libri scolastici ungheresi dicono che questa provincia ungherese dell’Impero austriaco era indipendente ed era un partner assolutamente uguale agli austriaci, gli ungheresi non avevano potere decisionale negli affari importanti dell’Impero, come gli affari esteri. Come per esempio, nel 1914 nessuno ha chiesto agli ungheresi se avrebbero voluto iniziare la Iª Guerra Mondiale, essi hanno soltanto rispettato gli ordini degli austriaci e sono andati a combattere, perché tutto il potere era in mano agli austriaci e agli ungheresi era soltanto permesso di governare la regione attribuitagli nel 1867. Il patto del 1867 è stato possibile perché l’Impero austriaco era indebolito da guerre e da rivoluzioni, come è stata la rivoluzione del 1848.

         Rispetto ad altre nazioni che hanno partecipato alle rivoluzioni del 1848 per gli alti ideali, gli ungheresi hanno visto l’occasione di ottenere il dominio sulle altre nazioni dell’Europa orientale e di costringerle a diventare ungheresi. Il leader della rivoluzione ungherese è stato l’ultranazionalista Lajos Kossuth. Nato da genitori slovacchi e serbi, egli sarebbe diventato colui che avrebbe focalizzato il razzismo e l’odio della minoranza ungherese nei confronti della maggioranza costituita dalle altre nazioni dell’Impero austriaco. La Transilvania doveva essere incorporata nell’Ungheria anche se gli ungheresi rappresentavano soltanto il 12% della popolazione della Transilvania. Il solo diritto che Lajos Kossuth riconosceva ai rumeni era quello di assimilarsi agli ungheresi. Alla fine i contadini si sarebbero ribellati e avrebbero sconfitto gli eserciti ungheresi e ciò avrebbe permesso all’Impero austriaco di sopprimere la rivoluzione ungherese.
In forte contrasto rispetto ai comandanti ungheresi, i contadini che hanno guidato la rivoluzione dei rumeni hanno avuto pietà dei prigionieri ungheresi e hanno trattato con umanità i civili innocenti. Nell’Ottobre 1848 uno dei leader dei contadini, Axente Sever ha trasmesso una proclamazione all’esercito di contadini rumeni, nella quale diceva: “Se trovate un qualsiasi soldato ungherese perso tra i boschi, disarmatelo, dategli del pane e lasciatelo andare via”. Nel 9 Ottobre 1848 Il Comitato Nazionale Rumeno costituito a Sibiu ha trasmesso un ordine che diceva: “Nessuno tocchi la persona o la proprietà altrui, sia che sia rumeno, ungherese, ebreo o di altra nazionalità, perché tutti hanno diritto alla vita e alla proprietà e dobbiamo lo stesso rispetto a tutti”. Un leader interessante di questa rivoluzione contadina è stata Pelaghia Rosu, una donna. Il 12 Marzo 1849 l’esercito ungherese si stava avvicinando al villaggio Marisel per conquistarlo. Gli uomini erano andati ad aiutare la rivolta rumena per fermare queste atrocità e nel villaggio si trovavano soltanto donne, bambini e anziani. Pelaghia Rosu ha detto alle donne di vestirsi con abiti maschili e in sella ai cavalli sono partite all’attacco verso l’esercito ungherese che si è spaventato ed è fuggito. Le donne non hanno subito nessuna perdita e hanno ucciso 30 ungheresi. Altri 100 ungheresi, per fuggire dalle donne rumene, sono affogati nel tentativo di attraversare un fiume ghiacciato.

         Oggi Lajos Kossuth è uno dei più grandi eroi dell’Ungheria e la data dell’inizio della rivoluzione è festa Nazionale in Ungheria.

      La rivoluzione degli ungheresi del 1848 è stata una delle cause della firma del patto che nel 1867 ha creato la provincia “Ungheria” nell’Impero austriaco e attraverso la quale gli ungheresi erano diventati padroni di questa provincia, sebbene costituissero soltanto una piccola minoranza della popolazione. Fino alla Iª Guerra Mondiale gli ungheresi comanderanno questa provincia con il pugno di ferro e in questo periodo, attraverso l’assimilazione nascerà la maggioranza del popolo ungherese che farà parte della nazione che si formerà più tardi. Tutte le istituzioni erano create per il dominio esclusivo degli ungheresi, i quali, sebbene fossero una minoranza nella propria terra, consideravano gli slavi, i rumeni e altri popoli degli esseri inferiori. L’ungherese era la sola lingua nelle scuole statali, nei nomi delle strade, nello studio della Bibbia. Migliaia e migliaia di rumeni, slovacchi, serbi, tedeschi, sono stati costretti ad adottare nomi ungheresi. I processi politici mettevano dietro le sbarre l’élite rumena. La legge elettorale della Transilvania era differente da quella che esisteva nel resto dell’Ungheria, anche se la Transilvania era in maggioranza rumena. Lo scopo era quello di spingere i rumeni verso il regresso culturale ed economico, per poterli assimilare più facilmente. La maggioranza delle scuole rumene è stata chiusa e sostituita da scuole ungheresi. Gli ungheresi erano talmente determinati ad assimilare l’intera popolazione rumena dell’Ungheria e della Transilvania, che nel 1907 hanno emanato una legge speciale che attaccava esclusivamente le scuole rumene, la legge Appony. Nel 1907 è stato prodotto un manuale di magiarizzazione per i membri del governo ungherese, che dettava i passi che dovevano essere fatti per assimilare la maggioranza non ungherese. Questi passi comprendevano la distruzione delle unità etniche rumene attraverso una nuova organizzazione elettorale, l’abolizione dell’autonomia della Chiesa Ortodossa rumena, la chiusura delle scuole preparatorie per insegnanti rumeni, in modo che i futuri insegnanti imparassero soltanto in scuole ungheresi e soltanto in ungherese, il controllo aggressivo di Stato di qualsiasi organizzazione culturale rumena, la disinformazione dell’opinione pubblica Europea attraverso la falsificazione dei dati dei censimenti. Le stesse misure sono state prese contro tutte le nazioni che erano guidata dalla minoranza ungherese e in questo modo nel XIX e XX secolo è nata la cosiddetta “nazione ungherese”.
Nel 1866 la cittadina Cristur (oggi rinominata “Cristurul Secuiesc”) era abitata in maggioranza da rumeni. Dopo che nel 1867 gli ungheresi hanno preso il controllo, il prete rumeno è stato allontanato, la chiesa è stata chiusa, tedeschi e ungheresi sono stati portati nella cittadina e i nomi dei rumeni sono stati cambiati. Oggi tutti parlano ungherese. Nel 1890 a Budapest, dove un secolo prima i tedeschi erano la maggioranza, non esisteva nemmeno una scuola che utilizzasse la lingua tedesca, sebbene nella città abitassero ancora 120.000 tedeschi non magiarizzati. Nel 1849 l’Ungheria comprendeva il 37% di ungheresi, ma nel 1910 la percentuale è cresciuta al 48%.

         L’assimilazione continua anche oggi e l’Ungheria è una delle nazioni d’Europa più pure dal punto di vista etnico. Uno dei casi più celebri di politica anti-rumena degli ungheresi dell’Impero austriaco è quello di Badea Cartan, un anziano del villaggio Carta. Egli ha viaggiato a piedi fino a Roma per vedere la Colonna di Traiano e ha viaggiato molto attraverso le terre dei rumeni liberi all’esterno della Transilvania per raccogliere libri rumeni e portarli ai rumeni della Transilvania. E’ stato messo in prigione innumerevoli volte dalle autorità ungheresi perché portava libri rumeni in Transilvania. Il suo ultimo desiderio è stato di morire fuori dalla Transilvania tra i rumeni liberi. Nel 4 Giugno 1907 sono stati bruciati dalle autorità ungheresi i libri rumeni raccolti da Badea Cartan, nel tentativo di estirpare la lingua rumena dalla Transilvania. Ma questi non erano gli unici metodi usati per distruggere la cultura rumena in Transilvania.
Molti manufatti dacici sono stati rubati e portati a Budapest, come quelli caricati su un treno militare nel 1944, che ufficialmente è stato bombardato appena è entrato in Ungheria.

          Nel 1914 l’Austria è entrata in guerra insieme alla sua provincia di Ungheria. La Romania è entrata in lotta contro l’Austria per liberare la Transilvania dagli oppressori. Migliaia e migliaia di rumeni dell’Ardeal hanno oltrepassato le montagne rischiando la vita per arruolarsi nell’esercito rumeno, perché quelli catturati venivano impiccati. Oggi la maggioranza delle città e dei villaggi della Transilvania hanno monumenti commemorativi che contengono liste lunghe di nomi di questi eroi transilvanici che hanno dato la vita per la liberazione della Transilvania dalla dominazione austriaca e ungherese. L’Austria ha perso la guerra e nel 1918 i rumeni da ogni angolo dell’Ardeal hanno mandato dei rappresentanti ad Alba Iulia, dove è stata votata l’unione con la Patria. Anche la comunità tedesca della Transilvania ha votato per l’unione con la Romania. L’esercito rumeno è entrato in Transilvania e ha allontanato dal Paese gli ungheresi armati. Mentre si ritiravano gli ungheresi hanno commesso una serie di massacri. Essi hanno mutilato, bruciato vivi e ucciso molti contadini innocenti in villaggi come Bologa, Morlaca, Belis, Mihalt, Filea de Sus, Covasinti, Tauti, Mandru, Poieni, Sohodol.
L’anno successivo l’Ungheria è stata occupata dal regime bolscevico di Bela Kuhn (Cohen), il quale ha cercato di realizzare in Ungheria lo stesso bolscevismo che a quell’epoca era stato realizzato in Russia. L’esercito rumeno è intervenuto prontamente, ha occupato Budapest e ha salvato l’Ungheria dal bolscevismo. Il giornalista americano Charles Clark ha descritto la vera situazione nel libro “La Romania grande” pubblicato nel 1922. Egli scrive che prima di partire per Budapest si trovava sotto l’influenza della propaganda minacciosa dell’Ungheria e si aspettava di vedere un’occupazione da parte dei rumeni caotica e violenta. Egli dice che, non soltanto i rumeni non hanno demolito Budapest, come ci si sarebbe aspettati, ma hanno normalizzato la vita delle persone di Budapest. Egli scrive che il cibo preso dai bolscevichi è stato diviso tra la popolazione affamata di Budapest e che quattro treni alimentavano continuamente Budapest con il cibo. Questo aveva fatto in modo che il costo della vita a Budapest fosse diventato più basso rispetto a Bucarest. Le attività culturali sono state riprese e il giornalista descrive la moltitudine di scelte che erano a disposizione, dagli spettacoli teatrali alle mostre d’arte. Anche gli ungheresi rimasti in Romania dopo la liberazione dell’Ardeal sono stati trattati con rispetto. Dopo il 1918, famiglie povere ungheresi hanno ricevuto gratuitamente della terra durante la riforma agraria.
Dopo il Trattato di Trianon del 1920, per la prima volta dopo il 1525 uno Stato indipendente chiamato “Ungheria” è stato creato in Europa. Rispetto al Medioevo, questa volta gli ungheresi costituivano la maggioranza della popolazione.

        Durante la IIª Guerra Mondiale Hitler aveva bisogno del petrolio rumeno, senza il quale la IIª Guerra Mondiale sarebbe finita ancora prima di cominciare, e si è alleato con tutti coloro che avevano delle pretese territoriali dalla Romania. Prima ha dato una parte della Moldavia a Stalin e dopo ha diviso la Transilvania in due parti e ha dato una parte agli ungheresi, i quali nel 1940 lo accusavano di discriminazione perché a loro non dava della terra, come aveva dato a Stalin. Quella parte della Transilvania sarà l’unica zona da cui gli ebrei saranno mandati nei lager polacchi.

        Dopo la caduta del comunismo la Romania ha modificato la legislazione e oggi è il paese più tollerante d’Europa per quanto riguarda le minoranze. Inoltre, a causa delle divisioni dei partiti, in Romania nessuna decisione può essere presa senza l’accordo della minoranza ungherese, che vota sempre a favore del partito ungherese, e tutte le coalizioni governanti avevano bisogno di questo partito per avere la maggioranza in Parlamento. Pertanto, nelle zone abitate dagli ungheresi essi hanno potere sia a livello centrale e sia a livello locale.


Fonte: Thraxus Ares.

Commenti

Post popolari in questo blog