Storia dell'olocausto
Fino al 1990 in Romania non si è parlato di olocausto. La Romania era considerata come un’oasi per gli ebrei europei, permettendo a quasi mezzo milione di ebrei rumeni e ad un numero simile di ebrei europei di partire per la Palestina o verso l’Occidente, sebbene fosse occupata dall’esercito di Hitler. I principali avvenimenti di questo olocausto sono il “pogrom” di Iasi, le repressioni di Odessa e le delocalizzazioni della Transnistria.
Il “pogrom” di Iasi
Gli ebrei sono venuti in massa in Romania per la prima volta nel XIX secolo, quando erano stati allontanati dalla Russia, dall’Austria e da altri Paesi ed avevano iniziato a creare problemi alla popolazione rumena, come sarebbero stati l’introduzione in massa dell’alcool sintetico, l’accaparramento del terreno agricolo e l’abuso dei contadini che vivevano su quelle terre, che hanno culminato nella rivoluzione del 1907. Dopo la Iª Guerra Mondiale è iniziato un tentativo massiccio di bolscevizzare l’Europa, nel quale è stata implicata anche la Romania. Simultaneamente, dopo che avevano accaparrato la Russia, nel 1940 i comunisti che guidavano l’URSS hanno invaso la Bessarabia e la Bucovina e hanno iniziato le deportazioni nei gulag.
Nel 1940 la metà dell’Ardeal è stato ceduto forzatamente all’Ungheria da parte di Hitler. Questa è stata la sola zona della Romania dalla quale durante la guerra gli ebrei sono stati mandati nei lager occidentali, ma la Romania non ha avuto nessun controllo, perchè la zona era governata esclusivamente dall’esercito ungherese. Le leggi antisemite, emanate dal re Carol II nel 1938 e da Antonescu nel 1940, sono state fatte per compiacere Hitler, il quale aveva un interesse speciale verso le risorse della Romania e aveva mandato l’esercito in Romania.
Un altro pogrom del quale è accusata la Romania è quello di Chisinau del 1903, ma la Bessarabia era occupata dall’impero russo fin dal 1812 ed i rumeni erano solo una minoranza e sottoposti all’assimilazione. La maggioranza della popolazione era di lingua russa, ebrei, ucraini e russi, e tutto il potere era nelle mani dei russi. Una seconda battaglia ha avuto luogo nel 1905, questa volta partita perché i comunisti cercavano di bolscevizzare Chisinau, così come si faceva in tutta la Russia a quel tempo. Essi sono stati sconfitti e ci sarebbero riusciti soltanto dopo 12 anni, nel 1917.
Nel 1941 la Romania è stata costretta ad entrare in guerra contro l’URSS. Nel 1942 quando Hitler ha iniziato a radunare gli ebrei europei per espellerli dall’Europa, alla fine i leaders della comunità ebraica della Romania hanno compreso la gravità della situazione e hanno fatto appello al maresciallo Antonescu affinchè non rispettasse gli ordini di Hitler. Questo è il contesto nel quale hanno avuto luogo gli avvenimenti di Iasi nel 1941. Il 22 Giugno 1941 la Romania è entrata in guerra attraverso l’attacco all’esercito bolscevico in Bessarabia e in Bucovina. Dopo qualche giorno, durante la notte, la città di Iasi, che si trovava soltanto a qualche chilometro dalla linea del fronte, è stata bombardata dall’aviazione bolscevica. Iasi aveva una popolazione ebraica numerosa. Il “pogrom” di Iasi è risultato con l’arresto di 100 bolscevichi da parte delle autorità rumene e con la delocalizzazione approssimativamente di 2000 ebrei.
Le repressioni di Odessa
Odessa è stata conquistata nel 1941 dagli eserciti tedesco e rumeno. La battaglia non si era chiusa con l’ingresso ad Odessa di questi eserciti, ma era continuata per molto tempo a causa dei numerosi partigiani che si erano nascosti nelle catacombe della città. Questi tunnel sono lunghi oltre 500 chilometri ed arrivano fino ad una profondità di 60 metri sotto il livello del mare. Sono talmente enormi e complessi che molte persone si sono perse e di conseguenza oggi gran parte delle catacombe sono chiuse al pubblico. Oggi esse fanno parte del “Museo della Gloria Partigiana” di Odessa, il quale celebra la lotta partigiana bolscevica contro l’esercito rumeno. Anche ad Odessa i bolscevichi erano organizzati ed attaccavano le autorità rumene e tedesche. A causa dei partigiani bolscevichi, la battaglia di Odessa è stata la battaglia più sanguinosa dell’esercito rumeno della IIª Guerra Mondiale dopo la battaglia di Stalingrado.
Le delocalizzazioni della Transnistria
Gli ebrei delocalizzati in Transnistria vivevano meglio della maggioranza dei rumeni. A quel tempo, in Romania si trovavano 1,5 milioni di rifugiati, i quali erano fuggiti dai territori dai territori occupati da Stalin ed Hitler. Gli ebrei si governavano da soli, in città e villaggi normali, non in lager. Avevano asili, scuole, ospedali e ricevevano la posta e pacchi da ovunque e i loro leaders erano responsabili della disciplina di queste comunità. Durante la guerra sono stati delocalizzati in Transnistria poco oltre i 100.000 ebrei. La grande maggioranza è tornata indietro dopo la guerra. Infatti, dopo la guerra la popolazione ebraica è esplosa a causa degli ebrei che venivano in Romania.
Sebbene fosse sotto la dominazione di Hitler, la Romania non ha mandato gli ebrei nei lager di concentramento occidentali ed è stata l’unico Paese che li abbia aiutati ad andare via dall’Europa. L’emigrazione degli ebrei rumeni ed europei verso la Palestina e verso l’Occidente è stata una politica di Stato nella IIª Guerra Mondiale. In Romania le scuole, la stampa e le sinagoghe ebraiche funzionavano normalmente durante la guerra. Il teatro Baraseum di Bucarest era il solo teatro ebraico ancora aperto nell’Europa di Hitler durante la guerra. Il maresciallo Antonescu si opponeva ad Hitler e non ha mai permesso che nessun ebreo della Romania fosse mandato in Occidente. Venivano rilasciati passaporti per migliaia e migliaia di ebrei Occidentali e della parte della Transilvania occupata dagli ungheresi. Per questi ebrei la Romania era l’unica via di fuga dall’Europa durante la guerra. Alla fine della guerra, grazie all’influsso degli ebrei da altre parti dell’Europa, la Romania aveva più ebrei rispetto a quando era iniziata la guerra, ad eccezione di parti della Transilvania occupata.
Fonte: Thraxus Ares.
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